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Alan Farrington, l’anima jazz dell’autenticità: “A Reason Why” è il suono della verità

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Con “A Reason Why”, Alan Farrington firma un concept album che suona come un diario sonoro di consapevolezza. Le nove tracce del disco raccontano un percorso di introspezione, un viaggio tra fragilità e rinascita, dove ogni brano si fa tappa di un cammino emotivo e umano. Le sonorità R’n’B e jazz, elementi cardine del suo linguaggio musicale, si intrecciano a una scrittura dal respiro internazionale, ma radicata nella sensibilità mediterranea del suo autore italo-inglese.

L’apertura con “A Reason Why” pone subito il tono del disco: un dialogo interiore che indaga l’incomunicabilità e la difficoltà di restare sinceri in un mondo dominato dal rumore. Il cantautore italo-inglese osserva e racconta, con voce calda e interpretazione intensa, la deriva delle relazioni umane, alternando ironia e malinconia.

“Lady Lady” e “Fool and Blind” spingono la narrazione verso territori più intimi. Nella prima, la tensione tra amore e dipendenza emotiva diventa teatro di un’ironia sofferta; nella seconda, la pioggia e il grigiore diventano metafora di una cecità emotiva che si risolve in accettazione.

Con “Head Wind”, Farrington lancia uno dei messaggi più limpidi dell’album: la crescita passa solo attraverso la resistenza. È controvento che si decolla. E se “I’m Fine” gioca con l’ambiguità del titolo per mettere a nudo una follia lucida e liberatoria, “One and Only” e “Sailing on My Brain” spostano il registro verso l’amore reale, imperfetto, e l’ossessione notturna che ne è spesso il contrappunto.

Nel finale, “Xanadù” apre la porta a una dimensione psichedelica e sospesa, preludio alla bonus track “Let’s Be One”, che suona come un commiato e un atto d’amore verso la musica stessa e verso Beppe Gemelli, figura cardine del passato artistico di Farrington.

“A Reason Why” è un album maturo, raffinato e coerente, costruito attorno alla voce inconfondibile del suo autore e alla complicità dei musicisti che l’hanno accompagnato. Una testimonianza di sincerità artistica che invita a cercare, anche nella fragilità, la propria ragione di esistere.

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Alan Farrington, l’anima jazz dell’autenticità: “A Reason Why” è il suono della verità

Alan Farrington (Inghilterra, 1951) è un cantante, bassista e chitarrista britannico, residente da anni sul Lago di Garda a Sirmione.

Nato in Inghilterra, sull’estuario del Mersey, Alan Farrington si trasferisce all’età di cinque anni a Roma. Nella capitale intraprende gli studi musicali da autodidatta e, a sedici anni, sale sul palco del Piper Club insieme ad una band di soul.

Nel 1974 si reca negli Stati Uniti con la sua band, frequentando dal 1976 una scuola di canto del Maryland.

Al suo ritorno in Italia lavora per dieci anni a Roma per produzioni discografiche e pubblicitarie.

In seguito, si trasferisce a Milano, dove realizzerà i suoi album Shout On e No News, Bad News.

Nel 1990 forma, a Brescia, il gruppo Charlie and the Cats, insieme a Charlie Cinelli e Cesare Valbusa. Con questa band inciderà otto album (a partire da Greatest Tits, del 1993) e realizzerà il video “Siamo fuori”, diretto da Frank Lisciandro.

Nel 2002 realizza l’album The Illusion insieme a Vinnie Colaiuta, Pino Palladino, Antonello Bruzzese e Giorgio Cocilovo.

Farrington è inoltre leader della “Alan Farrington band”, nella quale suonano musicisti come Claudio Pascoli, Marco Tamburini, Mauro Negri, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Sandro Gibellini, Roby Soggetti, Fiorenzo Delega’, Pietro Benucci, Simone Boffa e Cesare Valbusa.

Carolin Albertazzi

Carolin Albertazzi