Con “Come stella cadente” 4Grigio compie un passo ulteriore nel suo percorso artistico, mantenendo quella sensibilità che già avevo apprezzato in “Che c’è”, ma spostandola su un piano più intimo e luminoso. Se nel brano precedente mi aveva colpito la capacità di raccontare l’adolescenza con delicatezza e autenticità, qui mi ha conquistato l’atmosfera sospesa e sognante, quasi cinematografica.
La ballad unisce dream pop e shoegaze con una naturalezza che avvolge: rhodes, chitarre e pad si intrecciano creando un paesaggio sonoro notturno, che però non è malinconico, ma carico di possibilità. Si percepisce quel momento preciso in cui qualcosa dentro di noi si risveglia: l’incontro con l’altro diventa anche incontro con sé stessi.
È un brano che non ha bisogno di grandi effetti per emozionare. Cresce lentamente, ti accompagna, e quando arriva al finale etereo ti lascia con quella sensazione dolce di apertura e leggerezza, come quando osservi davvero una stella cadente e ti accorgi che stavi aspettando proprio quel momento.

