È la prima volta che ascolto i Feet Down Below e Rio Verde mi ha sorpreso sin dal primo accordo. Non conoscevo la band, ma questo brano mi ha subito trasportato altrove, come un viaggio improvviso tra spazi sconfinati e silenzi pieni di significato. C’è qualcosa di autentico e immediato nel modo in cui pianoforte e chitarre acustiche si intrecciano, creando una base calda e avvolgente.
La voce di Gloria Rossi è una rivelazione: morbida, intensa, intima. Entra in punta di piedi ma resta impressa, rendendo ogni parola e ogni nota quasi confidenziale. Le percussioni e le congas aggiungono ritmo e respiro, mentre le chitarre elettriche – dosate con intelligenza – regalano un tocco malinconico che completa il quadro.
Quello che più mi ha colpito di Rio Verde è la sua capacità di evocare immagini: sento il vento, il cielo immenso, l’orizzonte senza fine. È una canzone che sembra rallentare il tempo, invitandoti a respirare e lasciarti andare.
I Feet Down Below nascono nel 2008 a Piacenza dall’incontro tra gli ex Perla Madre( Gianmaria Sesenna e Paolo Stabellini ) e la band Blue Juice composta da Andrea Canepari, Maurizio Caldini e Matteo Ziliani.
Una nuova formazione che trova un punto d’incontro nell’amore per il rock, il blues e il folk americano.
Passati i primi anni in cui il gruppo si dedica alla elaborazione di materiale originale e nel 2015 pubblicano l’omonimo l’EP d’esordio “Feet Down Below”.
Dopo l’uscita del primo album si unisce al gruppo Giacomo Pezzoni alle tastiere. Dopo aver lavorato insieme ai brani, nel 2025 esce il disco “Music From The Stratosphere” disponibile in formato fisico (vinile e cd) e sulle piattaforme digitali.
Il disco è seguito dal singolo “My Little” e a settembre dal brano “Rio Verde”.
I Feet Down Below si ispirano ai classici degli anni sessanta e settanta come Beatles, Rolling Stones, Bob Dylan, Jimi Hendrix, CSN&Y sia esponenti del genere di anni più recenti quali Black Crowes e Wilco.