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“L” di Filippo Poderini: un urlo sommesso che libera

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Con “L”, Filippo Poderini ci regala un brano che è allo stesso tempo sussurro e grido. Uscito il 18 settembre, il singolo è un viaggio dentro i pensieri più intimi, dove rimpianti e sensi di colpa si scontrano con la consapevolezza che, a volte, certe cose accadono nonostante i nostri sforzi.

La base sonora è scarna ma potente: un basso grave, un hi-hat in quintine dal ritmo instabile e una voce annegata nei riverberi che arriva come un lamento lontano. La frammentarietà dei suoni riflette quella emotiva del testo, trasformando l’ascolto in un’esperienza quasi catartica.

Filippo Poderini ha la capacità rara di raccontarsi senza raccontare, lasciando spazio a chi ascolta. “L” diventa così uno specchio per le nostre fragilità, uno sfogo che ci invita a liberarci dal peso del controllo e a concederci perdono.

Più che un semplice brano, “L” è una confessione sospesa tra intimità ed elettronica, un grido sommesso che riesce a far sentire meno soli.

Ascolta

Filippo Poderini è un musicista di formazione jazzistica e producer umbro. Gestisce lo studio di produzione Audio Monk Prod. a Città di Castello (www.audiomonkprod.com).

Per diversi anni si è dedicato solo alla musica altrui creando ed esaltando brani interessanti, ma nel 2020 è arrivata la svolta e ha sentito il bisogno di pubblicare anche qualcosa di suo. “Dopo 5 anni di onorato servizio conto terzi, sono riuscito a vedermi dall’esterno e trattarmi come uno dei clienti dello studio”.

Pubblica così “Moshi Moshi Pronto Pronto”, il suo primo disco seguito da svariati singoli. A fine 2025 Filippo decide di pubblicare il suo nuovo disco, ma questa volta sceglie un modo diverso: presenta un singolo al mese. Tanti i brani che si sono già fatti notare e le collaborazioni degne di nota come Giorgio Canali, Young Signorino e Maestro Pellegrino degli Zen Circus.

Filippo racconta di provocazioni emotive, contraddizioni , trip mentali e dichiarazioni d’amore post-datate.

Ha diviso I palchi con: Dente, Young Signorino, Giorgio Canali, Francesco Pellegrini, Meganoidi, Nicolò Carnesi.

Ho 39 anni, chiamarmi emergente sarebbe grottesco. Sono un onesto professionista che ha vissuto nell’ombra di altri. Avevo paura di ricevere rifiuti, ma ora, alla soglia dei 40, forse non mi importa più”.

michelaredazione

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