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Laica Luna – Un esordio profondo, non per tutti i giorni, ma che lascia il segno

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Quando avevo ascoltato per la prima volta “Una canzone semplice”, ero rimasta colpita. Quel gioco tra ironia e introspezione, tra aspettativa e disillusione, mi aveva fatto pensare che i Laica Luna fossero una band da tenere d’occhio. Ma ora, con l’uscita dell’EP omonimo, capisco che quello era solo un frammento di qualcosa di più ampio e complesso.

Laica Luna non è un disco da sottofondo. Non è neanche il classico EP da mettere su ogni giorno. È un lavoro che richiede ascolto e disponibilità, che non ammicca ma si concede lentamente, a strati. E proprio per questo vale la pena dedicarci attenzione.

Le cinque tracce si muovono tra alternative rock, psichedelia e grunge, ma a guidarle è sempre un’urgenza espressiva che va oltre i generi. Il suono è ruvido, viscerale, talvolta volutamente instabile. E i testi, invece di offrire risposte, pongono domande. O, meglio, evocano sensazioni che ognuno può interpretare a modo suo.

Se “Una canzone semplice” gioca con il concetto di leggerezza apparente, brani come Martirio o Fascino austero ci trascinano in territori ben più oscuri e interiori. Il primo racconta lo smarrimento dell’identità con una potenza inquieta, il secondo riflette sul potere, sul fascino e su chi resiste – con un omaggio sottotraccia a Franco Basaglia e alla libertà di essere se stessi. Non è musica immediata, ma è musica che resta.

Anche Stella Polare, con la sua atmosfera sospesa e quasi cosmica, parla di orientamento interiore in un mondo che tende a spingerti in mille direzioni. E la versione acustica di Fascino austero che chiude l’EP, con i suoi cori improvvisati e l’eco di osterie carsiche, dà al disco una coda più umana, quasi conviviale, senza perdere però profondità.

Laica Luna non fanno musica per piacere a tutti. E questa è la loro forza. Questo primo EP è un piccolo spazio di resistenza emotiva, un modo per stare dentro le cose senza perdersi del tutto, per osservare con distacco ma senza rinunciare a sentire.

Non è un lavoro “facile”, ma chi ha voglia di esplorarlo troverà molto.
Magari non lo ascolterete ogni giorno, ma quando lo farete, vi resterà dentro.

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I Laica Luna sono una band di Trieste formata da Lana Petrović., Paolo Diviacco, Luca Sollecito e Jaren Diviacco. A febbraio 2025 esce il loro primo singolo “Una canzone semplice”, con cui la band fa capire fin da subito le proprie intenzioni.

Il nome del gruppo è ispirato alla cagnetta Laika. Il primo essere vivente a superare la distanza tra la Terra ed il cielo. In quel momento l’uomo si scopre solo. Non esistono più gli dei. Solo la Luna ne può determinare materialisticamente la vita. La Luna è laica.

Un cambio di consonante determina il futuro degli esseri umani.

‘K’ (in Laika) e ‘C’ (in laica) rappresentano a Trieste due mondi, identità e lingue nello stesso luogo. Il retaggio multiculturale austroungarico e balcanico, il presente italiano.

Trieste, dove si incontrano oriente ed occidente, Nord e Sud, è il luogo dove ‘Laika’ e ‘laica’ possono convivere e dove nasce il progetto ‘Laica Luna’ il cui obiettivo è esplorare il buio tra gli oggetti luminosi nel cielo, sondando la complessità degli esseri umani rimasti senza dei, senza miti e senza scuse; come fece Laika dalla sua astronave.

Laika è viva! Vive sulla Luna!

michelaredazione

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