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LEHAVRE e la scoperta che non ti aspetti: Laura Palmer è un pugno di rock in pieno petto

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Non avevo mai ascoltato i LEHAVRE prima di oggi, ma con “Laura Palmer” mi hanno colpito in pieno petto.
Un brano che parte forte e non molla mai, con riff taglienti, un basso potente e una voce che graffia senza strafare. Il tutto condito da un’energia che ti travolge fin dal primo ascolto.

L’intro sembra prepararti a qualcosa di oscuro, e poi esplode in un rock diretto, viscerale, che sa essere anche narrativo. Il riferimento a Laura Palmer non è solo una trovata pop: è il modo perfetto per raccontare la fine di una relazione vissuta come un mistero irrisolto, come un episodio che ti lascia sospeso, confuso, svuotato.

Si sente la cura nei suoni, la produzione è pulita ma mai troppo levigata, e questo rende il pezzo ancora più autentico. C’è passione, c’è rabbia, c’è tanta identità.

Se questa è la loro quarta uscita, mi viene solo da chiedermi: come diavolo ho fatto a perdermeli finora?
I LEHAVRE sono una di quelle band che ti fanno venir voglia di tornare a sporcarti le mani con la musica. E io, adesso, voglio ascoltarmi tutto il resto.

Ascolta

LEHAVRE è un trio rock nato nel 2023 e composto da Marco Brunasso, Lorenzo Lamberti e Marco D’Antuono.

Il gruppo parte alla grande con il primo singolo “Come i Clash”, pubblicato nel 2023 e finito nella playlist editoria di Spotify Rock Italia. Nel corso del 2024 LEHAVRE pubblica i brani VAN GOGH e SARAH, cominciando anche un’intensa attività live.

Caratterizzata da una forte impronta visiva e dal citazionismo dei testi, per l’estate del 2025 la band prepara l’uscita del singolo LAURA PALMER. La release sarà accompagnata da una live session per RockIt registrata presso gli studi di Sound Inside Records.

“La ricerca di un porto dopo il naufragio. Un luogo da cui partire, ma anche dove attraccare. La passione per l’arte, costantemente citata e omaggiata nei testi. L’estetica anni ‘70. Il cinema francese. Il rock’n’roll. Pompei. Questo, e molto altro è LEHAVRE”.

Marco Brunasso, Lorenzo Lamberti e Marco D’Antuono.

 

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