In un momento storico in cui tutti sembrano cantare per riempire silenzi, L’Invidia canta per squarciarli. “Le nazioni, situazioni, sanità” è un album politico, sociale, ma soprattutto umano. Una serie di racconti nati da traumi collettivi e personali, scritti con l’urgenza di chi ha qualcosa da dire.
Si parte con “Big bang”, che prende una condizione fisica – la paralisi del sonno – e la trasforma in simbolo esistenziale. “Destino crudele” è il ritratto di un’Italia che svanisce, una riflessione amara e autentica. “Mostri nell’armadio” è resilienza messa in musica, un pugno al cuore ma anche una carezza. “Le nazioni, situazioni, sanità” è rabbia e lucidità, il rock qui è più che genere: è attitudine. “Crollano i palazzi” si muove come un telegiornale sporco di sangue e lacrime: eppure, ci prova a sperare. “Era ora” è scritta per chi ha capito che la bellezza si trova nel silenzio.
“Restare in piedi” è una canzone difficile, scomoda, che non cerca soluzioni ma racconta il peso delle relazioni. “Gregge” è la traccia che potrebbe far arrabbiare: ma è proprio quello il punto.
Infine, “Sogno”: il pezzo più leggero, ma anche quello che resta di più. Perché sognare non è evadere, è combattere con altre armi.
Un album necessario. Scomodo. Vero.

