Dopo il singolo prodotto da Davide Tagliapietra, l’artista si racconta tra nuovi progetti, collaborazioni importanti e un’estate all’insegna del punk (forse).
A pochi mesi dalla pubblicazione del suo primo album e del brano “Mostrare la felicità”, Ramo torna a raccontarsi. Lo fa con l’entusiasmo e la sincerità che lo contraddistinguono, parlando di musica, salute mentale, collaborazioni illustri e progetti futuri, in un 2025 che si preannuncia ricco di sperimentazioni.
Ben trovato Ramo, e complimenti per la tua prolifica produzione. È passato poco più di un mese dalla pubblicazione del tuo ultimo singolo e, se vogliamo, anche dal tuo primo album. Cosa ha in serbo Ramo per i nostri lettori? Un nuovo album a brevissimo?
Ciao ragazzi, grazie per l’invito e i complimenti!
Allora, un album in questo 2025 sicuramente non ci sarà. Sto lavorando a molti progetti, tra i quali tre nuovi album (vedremo cosa ne uscirà fuori). Questo sarà un anno sperimentale: il primo singolo è stato prodotto da Naba, questo da Davide Tagliapietra, e i prossimi saranno (quasi) tutti prodotti da persone differenti.
Come nasce “Mostrare la felicità” e che messaggio vuoi lanciare?
“Mostrare la felicità” è un brano che era nel cassetto da un bel po’. L’ho scritto tra il 2019 e il 2020 e parla di come, spesso, chi fa lavori a contatto col pubblico debba sopprimere le proprie emozioni, soprattutto quelle negative. Mi riferisco al mestiere del musicista, ma anche a quello del barista, del cameriere, del cassiere…
Il messaggio è una sorta di denuncia verso quel sorriso forzato che la società ci impone. Non è un caso, secondo me, se negli ultimi anni i casi di depressione sono aumentati così tanto.
«Il sorriso forzato che la società ci impone è il tema del brano. Non è un caso se i casi di depressione aumentano sempre più.»
È nata una nuova collaborazione con uno dei più importanti musicisti della scena musicale italiana. Ci puoi dire com’è nato l’incontro con Davide Tagliapietra e cosa ti sta dando?
Davide è davvero una persona eccezionale! Nonostante il suo ruolo nella musica italiana e le collaborazioni che l’hanno reso celebre, è umile e gentile. Sarà perché siamo nati lo stesso giorno? (ride)
Mi ha contattato su Instagram più di un anno fa. All’inizio pensavo fosse un fake! Avevo appena pubblicato “Il futuro non è scritto”, e lui mi scrive dicendomi che gli sarebbe piaciuto collaborare. Dopo qualche messaggio, chiamata e ricerche sui miei brani, gli ho proposto proprio quest’ultimo singolo… gli è piaciuto! Ed eccoci qua, signor giudice! (ride)
Il cambio di produzione artistica segna una svolta verso il punk rock o continuerai a restare un artista poliedrico?
Il punk è un genere che amo follemente! (Quasi tutti i miei tatuaggi sono a tema punk!)
Però, già col prossimo singolo si cambierà di nuovo genere. Sicuramente, però, ci sarà un ritorno al punk molto presto.
Non vediamo l’ora di vederti live… stai pensando a un tour estivo?
Magari!! Tour estivo è una parola grossa… sicuramente ci sarà qualche data, ma se dovessi chiamarlo in qualche modo, lo chiamerei “Chiedo AiuTOUR”, in onore di un mio brano con richiami punk.



