Con “Basterebbe una parola”, Filippo Poderini aggiunge un nuovo capitolo al suo universo emotivo, accompagnandolo con un videoclip sorprendente per scelta estetica e simbolismo. Il video, fortemente visuale, ambientato in una palestra quasi sospesa nel tempo, mostra l’artista mentre canta circondato da attrezzi, specchi e luci fredde, creando un contrasto netto tra lo spazio fisico del corpo e quello interiore della mente.
La palestra – luogo di fatica, superamento dei propri limiti, tensione muscolare – diventa metafora delle emozioni trattenute. Ogni gesto, ogni sguardo in camera, suggerisce uno sforzo non tanto fisico quanto emotivo: quello di trovare quella parola capace di risolvere, chiarire, forse guarire. Il playback intimo di Filippo è costruito come se fosse un allenamento dell’anima: ripetizione, resistenza, silenzi che pesano più dei pesi stessi.
La canzone, con sonorità lo-fi e un’impronta indie pop delicata, è quasi sussurrata, e il video ne amplifica l’intenzione minimalista. Niente fronzoli narrativi, nessuna storia lineare: solo l’artista e il suo non detto, messi a nudo in un ambiente neutro dove tutto è potenzialmente possibile, ma nulla accade davvero.
Il risultato è un’esperienza visiva e sonora che parla di vulnerabilità con estrema eleganza, rendendo il non mostrato più potente del mostrato, e confermando Filippo Poderini come una delle voci più autentiche del nuovo cantautorato italiano.

