“Cuore in Bara” non è solo una canzone. È uno sfogo, una confessione, un grido che nasce da ferite profonde e da una vita segnata da dolore, sacrificio e resilienza. In uscita il 4 luglio, questo brano rappresenta un passo importante nel percorso artistico e personale dell’autore, un giovane talento che sceglie la musica come strumento di verità, memoria e rinascita.
Il titolo stesso è potente e disturbante: “Cuore in Bara” evoca l’immagine cruda di un’anima sepolta viva, di emozioni che lottano per emergere da un dolore soffocato. Il pezzo si muove su un beat trap oscuro e atmosferico, che accompagna liriche taglienti e sincere, scandite da una voce che vibra tra rabbia e vulnerabilità.
Attraverso versi intensi e autobiografici, l’autore ripercorre alcune delle esperienze più forti della sua vita:
•un padre assente e segnato dall’alcol,
•la morte di un nonno che era figura di riferimento,
•la madre come unica ancora di salvezza,
•e una giovinezza vissuta tra mancanze, sogni infranti e la ricerca ostinata di luce.
Questa canzone è dedicata a chi ha conosciuto il dolore troppo presto, a chi porta cicatrici invisibili, ma soprattutto a chi non ha mai smesso di lottare. È una lettera aperta al passato, ma anche una dichiarazione di forza e volontà: il cuore può anche finire in una bara, ma se batte ancora, c’è sempre una via d’uscita.
“Cuore in Bara” è il tipo di brano che non si dimentica facilmente: arriva dritto allo stomaco, costringe a fermarsi, a riflettere, a sentire. Non cerca la pietà, ma la verità. Non è costruito per piacere a tutti, ma per arrivare a chi sa cosa vuol dire soffrire e nonostante tutto restare in piedi.
In un panorama musicale spesso dominato da superficialità e pose, questo singolo si distingue per autenticità, intensità emotiva e profondità narrativa. È una ferita aperta, ma anche una prova di coraggio. Un inno a chi resiste, a chi trasforma il buio in arte.
