Ricordati di noi
di Hilary Tiscione
Andrea Skizzo Mulargia toglie la maschera, torna con un brano senza tempo che racconta una lacerazione e dice di un eroe che si accascia, ma non muore.
Adesso che non siamo più eroi, ti cerco. È così, si smette di essere eroi quando qualcuno va via come una primavera e non si sa più reagire. SKZ canta Ricordati di noi che è un inno di sogni sparsi e forse un augurio, un desiderio e dice qualcosa di molto importante da un angolo di mondo: noi, noi tutti, non siamo eroi. Combattenti, forse. Guerrieri, forse. A cosa ci ha condannati Dio? Alla nostra incompletezza, alla nostra insufficienza, alla nostra inevitabile imperfezione?
Ricordati di noi, brano pubblicato nel 2019 – dove è sempre energica e prosperosa la collaborazione con Filadelfo Castro che ha fatto la produzione artistica e gli arrangiamenti – e registrato al Nerolidio di Como, fa parte dell’album Buona Luce, prodotto per buona parte a Sofia ed è curioso, perché – a differenza di quelli precedenti – si sente chiaro il riconoscimento e l’inclusione di una certa vulnerabilità scarna e inerme.
È singolare, perché Mulargia con gli eroi ha un rapporto aderente e inamovibile; una fascinazione profonda che ha costellato il suo lungo percorso artistico; allora cosa c’è dietro questo testo? Qual è stato il pensiero all’origine di Ricordati di noi che ha fatto sì che il cantautore di origini sarde dicesse a gran voce, per la prima volta, che non siamo eroi? Quando manca che cosa, smettiamo di essere eroi? L’amore. È forse questo il senso?
“Questo pezzo è arrivato come dettato, succede sempre così, prendo carta e penna e scrivo le parole che arrivano. Si tratta di una storia d’amore che ho vissuto tanti anni fa, era all’incirca il 2005, è stato un sentimento molto importante e travolgente, una bomba atomica, mi sentivo fortissimo”, come un supereroe che vive però il suo tramonto nella drammatica discesa dall’ultraterreno e dal paradisiaco margine amoroso. Fa freddo, fa risuonare Andrea, un freddo che celebra e invoca una fine accalorata ancora dal ricordo.
Eppure, in uno scenario estivo, caldo, seducente – il videoclip è stato girato in parte a Nosy Be, una piccola isola del Madagascar -, si avverte l’afflizione e il residuo acre e tormentato dell’allontanamento, messo in evidenza dal titolo che inietta da subito lo stato d’animo che risiede in questo brano: sembra quasi un’implorazione devota a un sentimento emigrato, diluito in un arco temporale inspiegabilmente molto esteso e, nonostante questo, presente, ancora oggi, in modo vivo e arcano.
“In alcuni momenti della vita diventi un uomo normalissimo, la sensazione di non avere più l’amore è come dover fare i conti con la ferocia della criptonite per Superman” e non ci sono più film senza ricordi, non ci sono fotografie senza una ferita e a cosa ti condanna Dio, adesso che il mondo si è fermato? Racconta di un amore, Andrea Skizzo Mulargia, o canta a un’essenza di natura ultraterrena? Una vita senza amore, è una vita che frana, che si mostra nuda, indifesa. “L’eroe qui perde tutto, raccoglie i cocci; piano, piano li ricompone e poi risorge come l’Araba Fenice”, dice Andrea. “Amo pensare questo dell’eroe: che possa perdere tutto, attraversare un momento di distruzione per poi diventare ancora più forte”.