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Avarello: ascolta ora il suo singolo Coperte

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Ciao Avarello! Iniziamo parlando del tuo percorso musicale: com’è nato tutto?
Ciao picciottelli belli.
A 13 anni mi trovavo a casa di amici di famiglia e c’era sto ragazzino che suonava e mi misi ad ascoltarlo per ore.
Quel giorno stesso chiesi a mio padre se poteva comprarmi una chitarra che volevo imparare.
Da quel pomeriggio è nato tutto.
Il mio primo gruppo “I Saracineska” provavamo in una stanza minuscola a volumi indecenti.

“Coperte” è il tuo ultimo singolo che, ti
andrebbe di spiegarci la nascita del brano?

Per chi ha avuto la fortuna di vedermi suonare in live, sa benissimo come nascono tutti i miei brani.
“Mi trovavo a Perugia e quel giorno ero particolarmente sbronzo” (rido).
Non era ancora estate, frequentavo una ragazza, cucinavo fritti e avevo voglia di relazioni.

Quale aspetto dell’essere artista ti affascina maggiormente? La scrittura, la composizione, i
live ecc?

Mi vien da dire la scrittura, è motivo di crescita, scoperta e approfondimento di se e di tutto quello che c’è intorno. Se son ciò che sono è anche grazie a questo aspetto. E’ parte integrante di ogni mio giorno, non è circoscritto al solo atto dello scrivere, è fatto di vita vera, di ogni singolo momento, pensiero e sfumatura.

Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato durante la tua formazione artistica?

Son tanti sicuramente, ma uno in particolare che mi ha fatto innamorare, credere e sentire in maniera sensibile e viscerale è Lucio Dalla.

Ultima domanda prima
di salutarci: dedica ai nostri lettori una canzone che ti è particolarmente a
cuore. A presto e grazie

Cosa sarà di Lucio Dalla e De Gregori.
Vi ringrazio ragazzi, un abbraccio e tante belle cose.

AVARELLO è un cantautore siciliano classe 97.
Ascolta cantautori come Claudio Lolli, Stefano Rosso e Francesco Guccini ma non smette di guardare avanti dieci anni rispetto a sé stesso.
Caratterizzato dal piglio del cantautore impegnato ed istrionico, i suoi testi sono ora onirici ora esistenzialisti; in generale, ama distruggersi per ricostruirsi daccapo, sempre diverso e sempre lo stesso.
Dopo essersi presentato alla scena con “Indigestione” per Revubs Dischi, datata settembre 2020, e aver confermato con “Preferirei rallentare” le belle aspettative suscitate dalla partenza, Avarello è adesso pronto a dare fuoco a tutto quello che ha fatto fin qui attraverso il megafono di un disco che ha tutte le fattezze di una radiografia dello spirito, di una sinossi dell’anima: “Mentre ballo mi annoio” è un esordio che sa di mantra, di filosofia di vita e di manuale di distruzione.