Al momento stai visualizzando Fratelli Cecchi intervista sul l’album “Guardando più in là”

Fratelli Cecchi intervista sul l’album “Guardando più in là”

  • Tempo di lettura:4 minuti di lettura

Il 27 giugno è uscito “Guardando più in là”, il nuovo disco dei Fratelli Cecchi. Un insieme di canzoni che ci ha colpito al primo ascolto e incuriosito, proprio per questo abbiamo intervistato i due fratelli.

 

Ciao Fratelli, parlateci del vostro ultimo disco. Come è nato?

Gabriele Marco Cecchi: “Il nuovo album è nato dalla voglia di raccogliere in un unico lavoro tutte le sfumature del nostro progetto cantautorale: la scelta della canzone d’autore come genere musicale, la poesia, l’ironia, l’impegno sociale, la potente e versatile vocalità di Samuele. Siamo consapevoli che ci rivolgiamo a un pubblico abituato ad ascoltare musica cantautorale. “Guardando più in là” è un album impegnato che non concede nulla alle mode più recenti della musica italiana. Nessun compromesso”.

Samuele Luca Cecchi: “Tra le tematiche trattate c’è tanto impegno sociale. Si parla di disabilità, di violenza contro le donne, di libertà dagli schemi precostituiti. Vi sono anche canzoni che parlano di sentimenti e d’amore come “Il direttore della fotografia”, “L’impero è crollato”, “Quell’occhiata da sotto la frangia”. Anche qui, comunque, il tema dell’amore è collegato a tematiche esistenziali e sociali come l’autenticità dei rapporti o le tendenze narcisistiche della nostra società.

Qual è la canzone a cui siete più legati?

Samuele Luca Cecchi: “Scelgo “L’impero è crollato” per un motivo molto personale: è l’inedito con cui mi sono diplomato in canto moderno all’Accademia Lizard di Fiesole”.

Gabriele Marco Cecchi: “Non riesco a scegliere. Ogni canzone è per me come una figlia. Colgo però l’occasione per ricordare “Nuvole viola”, un brano che tratta il tema della violenza contro le donne e che è stato premiato al Prato Film Festival.

Qual è quella che ha ottenuto più successo in modo inaspettato?

Samuele Luca Cecchi: “Quell’occhiata da sotto la frangia”, che su Spotify è molto ascoltata. Eppure non è una canzone semplice. Segno che c’è ancora un pubblico attento.

Chi è l’artista del vostro cuore, quello che vi ha avvicinato alla musica?

Samuele Luca Cecchi: Non c’è un autore in particolare. Direi tutti i cantautori italiani che hanno fatto la storia della canzone d’autore, per esempio Vecchioni, De André, Gaber, Jannacci, Ciampi, Tenco. Vogliamo citare anche un altro cantautore che per noi rappresenta un grande esempio di coerenza: Don Backy. Ha scritto canzoni come “L’immensità” e “Sognando” che sono pietre miliari della canzone italiana. Tanti intellettualini da salotto, con la loro irritante faziosità, nel corso dei decenni lo hanno ostacolato. Ha fatto bene a fregarsene. Il tempo, giudice supremo dell’arte, ha dato ragione a lui.

Chi state ascoltando in questo periodo?

Gabriele Marco Cecchi: In questo periodo stiamo ascoltando molto Domenico Modugno. C’è un motivo. Stiamo studiando l’uso del dialetto nelle canzoni del suo repertorio. Noi siamo affascinati dall’uso delle lingue locali nelle canzoni d’autore, dove il dialetto e il vernacolo vengono utilizzati sempre per dare autenticità a un racconto e mai con intenti meramente folklorici. Anche a noi piace fare questo uso del vernacolo quando dobbiamo raccontare storie della nostra terra toscana, come nella canzone “Il primo approccio non si scorda mai”.

Quali sono i vostri prossimi obbiettivi?

Samuele Luca Cecchi: Dopo i concerti estivi, proseguiremo i nostri live in cui continueremo ad essere accompagnati dalla violoncellista Francesca Fedi Perilli. Con lei si è creata una grande intesa, anche grazie alla sua professionalità e la sua simpatia. Siamo una grande squadra e i concerti sono sempre un trionfo.

Gabriele Marco Cecchi: Abbiamo anche nuove canzoni da proporre ai prossimi live, che avranno sempre il sapore del classico teatro-canzone. A volte mi chiedo: forse per qualcuno siamo un po’ retrò? Ma non mi rispondo nemmeno. Non m’importa. Il classico non invecchia mai. Chi non l’ha capito oggi, lo capirà quando le mode musicali attualmente in voga saranno passate. La classica canzone d’autore ci sarà ancora. Altre meteore no.

I Fratelli Cecchi sono Gabriele Marco e Samuele Luca. Originari della provincia di Prato vengono folgorati dalla musica e dal teatro fin da ragazzi quando trasformavano le loro camere in sale polivalenti in cui sfogare la loro creatività. Si ritrovano nella Filarmonica G. Verdi di Poggio a Caiano e successivamente anche nella Scuola di Cinema Anna Magnani di Prato.

Nel 2016 avviano il loro progetto cantautorale. Nello stesso anno pubblicano su Youtube i loro primi due pezzi: “Il Suonatore Senatore” e “L’Abbuffata” con il nome Ceccao Meravigliao.

I due fratelli presentano i loro brani come un crossover tra le arti. Le loro apparizioni sono più spettacoli teatrali che semplici concerti e i loro testi sono caratterizzati da una penna estremamente poetica e profonda.

Nel 2018 pubblicano il loro primo album “Tu me le fai girare a elica!”, accompagnati dall’ensemble Tacito Accordo. Nello stesso anno, il loro concerto è stato inserito nel cartellone del Festival delle Colline e quella è stata l’occasione di virare su uno stile più cantautorale, che strizza l’occhio al teatro-canzone. Da questo momento è iniziata una lunga stagione di concerti che li ha visti esibirsi in molte location prestigiose.

Nel 2022 giunge a compimento la svolta che li porta a sposare a pieno lo stile della musica d’autore. Il 27 giugno 2022 esce il loro nuovo album “Guardando più in là”.

michelaredazione

michelaredazione