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Iscience en concert au Phare des Mamelles le 27 juin 2019. ©Sylvain Cherkaoui

Intervista agli I-Science: scopriamo di più sulla band italo-senegalese

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“Garab”, nuovo singolo degli I Science è un inno alla riforestazione in collaborazione con l’associazione Oceanium.

Il nuovo singolo della band multietnica I-Science in collaborazione con Sidibe: il gruppo guidato dalla frontwoman italiana Corinna Fiora, che ha come base operativa il Senegal, torna con questo brano prodotto in collaborazione con l’associazione ambientalista “Oceanium” di Dakar.

Inno alla natura ed all’ambiente che mette in evidenza il lavoro di riforestazione realizzato da Oceanium (150 milioni di alberi di mangrovia e circa 30.000 ettari di mangrovia riforestati!), con Garab I-Science e Mao Sidibe vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della protezione dell’ambiente, della riforestazione (anche su iniziativa privata) e sul legame tra tutti gli elementi del nostro ecosistema.

Abbiamo fatto qualche domanda alla frontwoman Corinna per scoprire di più sul singolo, sul suo significato e su questo meraviglioso progetto.

I-Science in concerto. ©Sylvain Cherkaoui

 

Bentrovati I-Science. Cominciamo subito col scoprire com’è nata la collaborazione con l’associazione Oceanium?

Eravamo già in contatto con i membri dell’associazione perché appoggiavamo già le loro iniziative ed avevamo svariati amici fra i loro membri. L’idea del progetto è partita da loro, perché volevano dare più visibilità alle loro operazioni di riforestazione, e ci hanno quindi contattato per comporre la canzone e occuparci della produzione del clip. L’idea ci ha reso felici ed è cosi che è cominciata la collaborazione sul brano. E stato proprio un lavoro di squadra dove ognuno ha dato del suo.

Avete dei siti o altri canali simili da suggerire a chiunque volesse rimanere aggiornato su progetti a sostegno dell’ambiente?

Si, certo, l’Oceanium hanno un sito web : oceanium-dakar.com sul sito potrete trovare tutte le informazioni relative alle loro azioni ambientali qui in Senegal. Ci sono poi svariati piccoli gruppi attivisti a favore dell’ambiente, ma generalmente non hanno sito web, basta però fare una ricerca anche semplicemente sui social (ambiente Senegal come parole chiave) e si trovano vari gruppi di scambio di informazioni e che tengono al corrente delle varie iniziative private come per esempio la pulizia delle spiagge, le iniziative per ripiantare alberi, e così via.

La frontwoman Corinna Fiora è ora residente in Senegal, come si evince dalla biografia della band: quali sono stati i motivi principali? A causa della musica, dei vari progetti di riforestazione e simili o per altro?

Effettivamente vivo in Senegal ormai da molto tempo (il Senegal è il paese nel quale ho vissuto il più a lungo). La mia prima ragione è che ero disillusa e stanca della visione della società occidentale: troppo saccente, troppo convinta di avere la verità in tasca, troppo pronta a schiacciare e dominare altre culture e conoscenze. Ho quindi deciso di andarmene per confrontarmi ad altre visioni di vita, altri modi di fare le cose e imparare a rimettermi in questione e rimettere in questione ciò che avevo imparato fino a quel momento. Non me ne sono mai pentita. Qui ho imparato tantissime cose tanto a livello umano, che culturale e ho ritrovato dei valori nei quali mi riconoscevo. Fra l’altro il Senegal essendo un’economia emergente si trova qui un certo fervore, un’ebollizione creativa a livello imprenditoriale, sociale, culturale: c’è ancora lo spazio per creare nuovi progetti e paradigmi. Non dico che il Senegal sia il paese dei balocchi, come ogni luogo ha i suoi pro e i suoi contro, la vita non è sempre facile e ci sono molte disparità, come ovunque, però è un paese che permette a diverse realtà e credenze di coesistere armoniosamente, dove la spiritualità si cela nella vita di tutti i giorni e dove lo scambio ed il confronto, nel rispetto, fanno parte della quotidianità. L’umano rimane centrale.

Nonostante internet, è raro sentire musica proveniente direttamente dal Senegal: secondo la vostra esperienza e le vostre ispirazioni, quali sono gli artisti e le band che consigliereste di ascoltare a persone che volessero scoprire meglio la musica di questa Nazione?

Se volete farvi una playlist del Senegal ecco qualche mostro sacro della World music : Baaba Maal, Souleymane Feye et Xalam 2 (la canzone Xarit è un capolavoro), Ismael Lo, Toure Kounda, Cheikh Lo, Youssou Ndour, Omar Pene. Per gli artisti fusion della nuova generazione: Sahad and the Natal Patchwork, Daba Makoureja, Ali Beta, Ibaaku, Kya Loum, Obree Daman, Carlou D, El Hadj Diouf; per gli amanti dell’hip hop: Dip Doundou Guiss, Nix, Omzo Dollar, Mulaye Sall, Elzo Jamdong…oddio, e questa è una piccola lista di quelli che mi vengono in mente ora, ma ce ne sono ancora un bel po’, insomma, per i curiosi avrete note per le vostre orecchie!!!

Gli I Science rappresentano più Paesi: in che modo vi sentire di rappresentare proprio queste Nazioni?

In realtà non penso che rappresentiamo delle nazioni: abbiamo tutti delle identità un po’ ibride e delle influenze culturali, anche a livello personale, multiple. Direi piuttosto che rappresentiamo una visione, che inizia con la voglia di libertà e scoperta e si manifesta con il mescolarsi di vari orizzonti, dove ognuno apporta il suo alla “minestra”, dove ogni punto di vista e ogni credenza sono benvenuti e di eguale importanza. Non per nulla siamo pirati: i pirati sono sempre stati maestri in creare ciurme forti venute dai quattro orizzonti del globo. Rappresentiamo tutti quelli che hanno diverse origini e influenze e che non hanno per forza voglia di doverne sceglierne una rispetto a un’altra. Rappresentiamo il prato fiorito che contiene tanti fiori di diversi colori.

0371 Music Press

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