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“Outdoor Recreation”, il primo album di Miller’s Wave

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Miller’s Wave ci riporta in contatto con la natura, con l’ambiente che ci circonda. “Outdoor Recreation” non è un titolo a caso: ricreazione all’aperto ed è proprio quello che rappresenta OGNI brano.

Miller’s Wave sembra ricreare davvero il suono della natura. A volte più cupo e altre volte più sereno e salvifico. Ad esempio in primitive soul sembra di sentire, oltre ai tamburi che richiamano la tribalità, come delle gocce cadono dalle foglie. Un tintinnio delicato nel caso dell’uomo.

Un senso di angoscia mi assale ascoltando “I am a friend”. Un titolo che sembra amichevole e un suono che ti allontana. Un breve segnale che fa capire all’ascoltatore che forse non c’è un amico dall’altra parte.

Il progetto di Miller’s Wave non si ferma solo alla musica. Tutto l’album sembra una denuncia della società e di come distrugge quello che siamo davvero. Lo si capisce in particolare dal brano “Keeping all your toys” in cui sentiamo una sorta di intervista che si conclude con un bambino che preferirebbe smettere di parlare con il padre piuttosto che smettere di guardare la televisione.

In conclusione è un album che mi ha colpito molto e che consiglio a tutti quelli che vogliono ascoltare qualcosa di diverso dal solito.

Ascolta

Miller’s Wave è nostalgia, ricordi d’infanzia e paure. Miller’s Wave è spazio alla musica, ai suoni e all’animo. Il progetto nasce nel 2022 con la pubblicazione del primo EP, “Outdoor Recreation”.

Il musicista ha trovato in Miller’s Wave l’alter ego perfetto per parlare in libertà e di tutto ciò che gli sta a cuore. Lo scopo è portare l’ascoltatore alle proprie origini, rimetterlo in contatto con il proprio bambino interiore senza interferenze. Non a caso si tratta di Elettronica Ambient strumentale – con un pizzico di IDM. Il focus è la musica e la suggestione e, in alcuni casi, la paura.

Quest’ultima ci accompagna nell’evoluzione come esseri umani, modificandosi costantemente e adattandosi alla nostra storia, ai sogni e alle esperienze.

Ricordare com’eravamo, nell’intimo delle nostre più disparate emozioni, forse può aiutarci ad essere dei genitori più sensibili o permetterci di costruire un mondo migliore per i bambini.

michelaredazione

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