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Sistemi Computazionali ci racconta “Una vita al buio”

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Sistemi Computazionali mi colpisce a primo impatto per il suo nome stravagante e quando parte “Una vita al buio” è la sua chitarra ad attirare la mia attenzione.

Un brano molto minimal in cui tutto è affidato a voce e chitarra. Una sorta di ballad che sembra portati in una prateria sotto un bel sole e una fresca brezza. Se la melodia sembra quasi “spensierata”, il testo è tutt’altro. Si tratta di un dialogo con noi stessi, contro il desiderio di evadere da tutto. “Una vita al buio” è fare i conti con le paura che ci limitano e prendere responsabilità della scelta che facciamo.

Nell’insieme il brano mi piace, ma la voce è un po’ troppo bassa rispetto alla melodia. Penso che con un mixaggio migliore il brano avrebbe una marcia in più.

Ascolta

Sistemi Computazionali è un progetto musicale nato nel 2018. Il progetto nasce dall’esigenza di trovare un proprio filone stilistico per raccontare la contemporaneità, di come emozioni e sentimenti siano influenzati dai meccanismi della società moderna.

Nel 2019 pubblica il suo primo singolo “La Cura”. Durante la pandemia escono altri due singoli “Qui non si salva nessuno” e “Non ti cerco mai” entrambi estratti dal suo primo EP.

“Paper n°1” è il suo primo EP pubblicato nel 2022.

A distanza di un anno Sistemi Computazionali ritorna con il singolo “Una vita al buio”.

Il fil rouge dei suoi progetti è cercare di tornare in contatto con noi stessi. La sua musica tocca temi come l’individualismo, alienazione e assenza.

Stilisticamente mira a fondere la profondità comunicativa della musica d’autore e del cantautorato con la forza e l’immediatezza della musica rock. Le sonorità si alternano tra acustiche ed elettriche. Si possono scorgere influenze che spaziano dalla tradizione musicale italiana a sound più noisy propri del garage e del blues.

 

michelaredazione

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