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Una canzone che parla di amore e di addio: Intervista ad Emin Hersh per la sua “Cercaci”

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Emin Hersh sbarca su MyChance per questa nuova intervista. Innanzitutto ti diamo un grande benvenuto Emin. Ci parli del tuo brano, spiegando proprio il contenuto per i nostri lettori che non hanno ancora avuto il piacere di ascoltarlo?

 

 Ciao a tutti e grazie per il vostro spazio! “Cercaci” è una canzone che parla di amore e di addio, facendo leva sulla potenza riparatrice del ricordo. è nata dall’esigenza strettamente umana di affidare un significato al proprio tempo ed agli eventi che si rincorrono, in questo caso a una relazione che è giunta al termine. Invece di lasciarsi andare allo sconforto, al rancore, alla recriminazione, credo sia giusto riabilitarsi l’uno agli occhi dell’altro e “cercarsi” nei tanti momenti belli passati insieme. Gioia e dolore non esistono più nel presente, ma possono essere ritrovati, come canta De Andrè, “nella luce di un’ora”. 

 

Quanto c’è di autobiografico nella canzone?

Come in tutto quello che scrivo, i prestiti dalla vita di tutti i giorni sono molti. La canzone è stata scritta di getto quando ho capito che la mia relazione era arrivata al capolinea. Stavo vagando in macchina per le campagne toscane e, all’improvviso, musica e parole hanno cominciato a rincorrersi in testa. Allora mi sono fermato e ho annotato tutto sulle note dello smartphone, come faccio sempre. Scrivo spesso così, sul momento, per placare le emozioni. è una forma personale di psicoanalisi.

 

Quale è stata, se c’è stata, la difficoltà più grande nella realizzazione di questi brano?

 

Proprio in virtù della sua natura spontanea, non ho avuto particolari difficoltà di scrittura. Probabilmente, essendo io più poeta che musicista, i problemi maggiori li ha avuti Pettini, il mio arrangiatore, a cui propongo spesso strutture musicali contorte e contro le regole dell’armonia, che poi lui riconduce pazientemente ad un ordine. Che sant’uomo!

 

Cos’è per te il numero 23?

 

Ha un significato simbolico. La realtà è complessa e la mente umana, almeno la mia, ha spesso bisogno di trovare ricorrenze e simbologie che la semplifichino. Altrimenti non esisterebbero le categorie. Io sono nato il 23, in Toscana il 23 si associa alla fortuna, tanto che l’espressione volgare recita letteralmente “23, buco di culo aiutami te”; quale migliore anno per fare il mio ingresso nel mondo della musica se non il 2023? Tutto il resto vien da sé (ride). 

 

Hai lavorato con Jacopo Pettini presso il Virus Studio di Siena per produrre “Cercaci”. Come è stata questa collaborazione e come ha influenzato il risultato finale del brano?

 

Come ho detto prima, ormai con Jacopo collaboriamo da tempo e si è creato un bel rapporto di amicizia. Dopo una prima fase di studio, adesso ci conosciamo abbastanza bene e sappiamo intenderci velocemente. Io propongo testi poetici con musiche abbastanza naive, figlie dell’ispirazione del momento, e lui le riporta ad una ortodossia grammaticale che permetta loro di rendere al meglio. Siamo una bella coppia, insomma.

Ascolta “Cercaci” su Spotify: https://open.spotify.com/track/7hBSmGvytgmbf2KSbWpz3y?si=afb3e7d0abeb4ba7 

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0371 Music Press

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