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Scopriamo G and The Doctor: l’intervista al duo Turrini/Guidi

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Dopo anni passati sui palchi, tour infiniti per lo Stivale, viaggi verso le radici del blues (lungo il Mississippi fino a New Orleans) e centinaia di date in varie parti del globo, il duo romagnolo Turrini/Guidi torna con un disco che sa di ritorno alle origini: è da qualche settimana disponibile su tutte le piattaforme digitali “G and The Doctor”, il nuovo album dei due musicisti blues. Per andare più a fondo nella questione, abbiamo fatto qualche domanda agli artisti, per scoprire cosa si cela dietro “G and The Doctor”!

Un piacere avervi qui, Gloria e Mecco! Non capita spesso di ospitare artisti dal curriculum così importante. Quindi, la domanda è d’obbligo: come si fa a vivere di musica, e qual è secondo voi oggi la più grande difficoltà del vostro mestiere. 

Mecco : Per vivere di musica, quindi da libero professionista ,non bisogna mai mollare; ci si deve adattare alle varie situazioni, collaborare con tante persone per imparare a migliorarsi nei vari stili e generi,  aumentando sempre più la propria personalità sullo strumento. Per me oltre che un lavoro è anche una passione quindi va costantemente alimentata.

Glo: La più grande difficoltà, a mio parere, credo sia quella di essere riconosciuti come lavoratori, avere la possibilità di versare contributi per la pensione e allo stesso tempo mantenere cachet decenti. Come si fa a vivere di musica? Tenacia e incoscienza ma soprattutto passione e rispetto per quel che si fa!

Come vi siete conosciuti, voi due? Raccontateci qualche aneddoto sul vostro rapporto, che possa aiutarci a capire meglio chi siano “G” e “The Doctor”. 

Mecco : Abbiamo suonato in siete la prima volta nel 2005 ci siamo conosciuti praticamente sul palco di un club ad Ancona.Solo qualche anno più tardi abbiamo cominciato a collaborare più frequentemente fino ad arrivare ad oggi con cinque dischi all’attivo. “G & The Doctor” é il progetto che da un paio di anni proponiamo sia nei Live che negli ultimi due dischi.Una nuova dimensione molto minimale con Gloria che canta e suona la batteria o washboard e io al pianoforte.L’idea del nome nasce proprio da Gloria come la scelta del  repertorio che presentiamo.

Glo: Nel 2005 Vince Vallicelli ci chiamò per un concerto ad Ancona e ci conoscemmo là. Poi ci siamo persi di vista e ritrovati nel 2008 per una serata in trio. A partire dal 2009 abbiamo iniziato a suonare insieme più spesso, di solito in Hammond trio con Lele Veronesi alla batteria. Ci frequentiamo anche al di fuori del lavoro e questo credo abbia aiutato a solidificare la nostra amicizia.

Oggi “G and The Doctor”, ma qualche anno fa (era il 2017) avevate pubblicato un disco apparentemente diverso, almeno a primo ascolto. È cambiato qualcosa, da “Damn Blues” ad oggi? 

Mecco : Sì, è cambiata la formazione del progetto, fino a “Damn blues” lavoravamo molto in Organ trio con alla batteria il bravissimo Lele Veronesi, io suonavo prevalentemente organo e tastiere. Per mantenere però un sound più sporco e minimale abbiamo voluto in questo disco lavorare prevalentemente in duo come molti Live che ultimamente facciamo. Preziosa é la collaborazione con Andrea Guerrini parte ormai del progetto G & The Doctors.

Glo: “Damn blues” è ricco di collaborazioni, ci sono chitarre come se piovessero, sax, batteristi veri, è un disco più complesso negli arrangiamenti e nella scrittura. In “G and the Doctor” siamo noi in duo o in trio con Andrea Guerrini alla tromba, “nudi e crudi”. In un brano troviamo i Lovesick Duo come unici ospiti extra.

Tra l’altro, non dev’essere stato facile, per gente che come voi è abituata a vivere sui palchi, impattare a questa pandemia. Come avete vissuto tutta la situazione, e se vi va sarebbe bello esprimere un vostro pensiero sulla situazione del settore dello spettacolo, che voi conoscete eccome. 

Mecco : Negli 11 mesi totali di stop si sono susseguite innumerevoli emozioni e paure.Per quello che mi riguardo ho cercato di distogliere, per quanto possibile, il pensiero registrando tantissimo e aprendomi a  nuove collaborazioni con colleghi musicisti. Ho anche affinato le tecniche di Mix e Mastering.

Glo: Non voglio tediarvi raccontandovi il mio inverno. Posso però dire che con questa pandemia sono venuti a galla tutti gli orrori legati al settore spettacolo ed ora sembra che qualcuno stia cercando di cambiare le cose. Con orrori intendo la burocrazia, il non essere considerati, l’impossibilità di lavorare in maniera trasparente, soprattutto per le piccole realtà come la nostra.

Undici tracce, di cui nove originali. Come nasce un vostro brano? E soprattutto, quali sono gli step che poi accompagnano le vostre canzoni alla forma che sentiamo? Raccontateci la genesi della vostra musica. 

Mecco : In quest’ultimo disco i brani nascono prevalentemente da Gloria che hai il peso più grande nella scrittura. É lei dietro alla creazione dei testi alle melodie  in alcuni casi anche dell’armonia.Diciamo che il mio ruolo é stato più di produzione artistica cercando di confrontarmi con Gloria su aspetti legati più alle stesure e al sound.

Glo: di solito le possibilità sono due; scrivo io un brano alla chitarra con testo annesso o magari con solo accenno di melodia , lo registro con i miei potenti mezzi, lo mando a Mecco e lui gli fa un vestito su misura. Oppure, Mecco scrive una musica, me la gira e io aggiungo melodia e testo

Tra i brani, tra l’altro, c’è una canzone di Dinah Washington. Come mai questa scelta in un disco di brani originali, e come mai proprio un brano come “A rockin good way”? 

Mecco : Farei rispondere a Gloria perché é stata una sua idea.

Glo: Volevamo, con Paolo dei Lovesick Duo, cantare un brano insieme  e così mi sono messa a cercare tra i vari duetti di rhythm n’ blues e mi è apparso questo. Un brano leggero e allegro, che far star bene. Ha avuto immediatamente l’approvazione di tutti e tre (Paolo, Francesca e Mecco)!

Proviamo a fare un gioco. Se “G and the Doctor” fosse un drink, quale sarebbe? E se doveste associarlo ad un film, come colonna sonora? 

Mecco : Se fosse un drink direi qualcosa di fresco, forte e frizzante.Per i miei gusti una vodka lemon. Come colonna sonora associo sempre alcuni pezzi come “Sometimes” e la nostra versione di “I’ve got a feelin’” alla scena dei balli proibiti del film “Dirty Dancing”.

Glo: Sono astemia ma ci provo comunque, direi un long Island iced tea, fresco ma strong. Per quanto riguarda il film è dura, le influenze e i temi sono talmente tanti… forse “Cadillac Records” ma anche “Loving”.

0371 Music Press

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